Il legame tra INCEL e NEET
Il termine INCEL (involuntary celibate, ovvero “celibe involontario”) e il fenomeno dei NEET (Not in Education, Employment or Training) spesso si intrecciano, anche se non necessariamente uno è la causa dell’altro.
Un fattore comune tra molti di questi giovani, che si trovano a vivere entrambe le condizioni, è l’influenza negativa esercitata dai genitori durante la loro vita. Si tratta di genitori che potremmo definire onnipresenti e, allo stesso tempo, assenti: da una parte controllano, limitano e giudicano in modo eccessivo la vita dei figli, dall’altra sono emotivamente distanti e mancano di essere un reale supporto concreto e pratico per affrontare le difficoltà della vita.
La figura soffocante dei genitori
Questi genitori mantengono i figli in una sorta di “gabbia dorata,” esercitando un controllo ossessivo e limitante. Ogni decisione deve passare attraverso il loro vaglio, ogni rischio è percepito come un pericolo da evitare a tutti i costi. Sono genitori che monitorano, giudicano e decidono ogni passo. Non lasciano spazio alla sperimentazione, al fallimento, o al processo naturale di crescita. Creano un ambiente tossico che inibisce la naturale sperimentazione e il processo di maturazione, instillando nei giovani NEET/INCEL una paura cronica del fallimento e del giudizio altrui. Ciò si riflette in ogni ambito della vita: relazioni interpersonali, lavoro e crescita personale. La conseguenza è una condizione psicologica fragile che spesso conduce i giovani NEET/INCEL a rifugiarsi nei mondi virtuali, dove possono sfuggire alle responsabilità e al timore di essere giudicati. Qui, trovano un territorio privo dei rischi e delle pressioni che caratterizzano il mondo reale.
Nonostante il controllo, questi genitori spesso non offrono una guida vera e propria. Non trasmettono valori, obiettivi o una visione chiara del futuro. Anziché motivare o incoraggiare i figli a scoprire e sviluppare i propri talenti, li lasciano ancorati a una routine statica e sterile. Il risultato è che il giovane si sente perso, senza direzione, e manca della fiducia necessaria per esplorare il mondo e, perché no, sfidarlo con tutte le sue forze se necessario.
In molti casi, questi genitori non si limitano a essere ipercontrollanti, apprensivi e emotivamente incapaci di connettersi con i figli, ma diventano anche critici e svalutanti. Usano il disprezzo come forma di “educazione,” sottolineando continuamente i difetti o i fallimenti dei figli, piuttosto che riconoscerne i progressi o i punti di forza. Questo non fa che alimentare un ulteriore senso di inadeguatezza, che paralizza i giovani NEET/INCEL, rendendoli incapaci di credere nelle proprie capacità.
Crescendo in un ambiente del genere, i NEET/INCEL spesso sviluppano un’identità fragile e profondamente vulnerabile. Non è raro che alcuni di loro evolvano tratti caratteristici del Narcisismo Covert, rifugiandosi in un’immagine idealizzata di sé che maschera una realtà di insicurezza e vulnerabilità. Evitano sistematicamente il confronto con il mondo esterno, rifiutando di affrontare problemi in modo autonomo e costruendo strategie di coping che li portano a considerare l’automiglioramento come qualcosa di inutile. Questo approccio li esonera dal rischio di mettersi realmente in gioco, condannandoli a una stagnazione cronica, così da perpetuare la loro condizione di immobilità. L’onnipresente paura di sbagliare, e le varie pressioni subite, li porta a rifugiarsi in una pericolosa zona di comfort, che spesso coincide con l’isolamento sociale, l’inazione e la stagnazione personale (vedi ad esempio il fenomeno Hikikomori).
Inoltre, sebbene i genitori rivestano un ruolo fondamentale, è la società stessa a contribuire nel perpetuare questa condizione. La demonizzazione dei problemi maschili non fa che amplificare la questione, rendendo impossibile affrontarli senza ricorrere a termini sensazionalistici o limitandosi ad attaccare gli Incel, senza mai indagare o comprendere a fondo i reali disagi che affliggono questi ragazzi.
Ovviamente, ci sono numerosi aspetti che meriterebbero di essere approfonditi. In questa breve analisi ho scelto unicamente di concentrarmi sul legame che spesso si osserva tra i NEET e gli INCEL, ponendo attenzione anche al ruolo genitoriale, spesso ingombrante ma al tempo stesso assente, nella vita di questi giovani.
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Ciò che si decompone non può rigenerarsi, ma può solo rinascere, sotto altre forme.
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