Ladispoli. Luglio 2025. Scatta l’allarme: un coccodrillo sarebbe stato avvistato nel fiume Sanguinara.
In poco tempo, la notizia ha attivato un’intera macchina d’emergenza: sindaco, forze dell’ordine, protezione civile, cittadini e droni in perlustrazione. Alla fine, l’esito si è rivelato grottesco: il famigerato “rettile” era in realtà un giocattolo di plastica.
A prima vista può sembrare un caso limite di suggestione collettiva. Ma la domanda vera è: perché un’intera comunità ha ritenuto plausibile uno scenario così improbabile?
La risposta risiede in un precedente che ha segnato profondamente l’immaginario locale: due anni prima, un leone vero era fuggito da un circo nella stessa cittadina, vagando per ore tra le strade prima di essere sedato e recuperato. Un evento straordinario, eppure reale. Questo precedente ha creato nella memoria collettiva un’ancora cognitiva, ovvero un riferimento vivido e accessibile che ha alterato la percezione della probabilità di eventi simili.
Quel singolo evento ha avuto un alto impatto emotivo.
E l’emotività, non la logica, modella la percezione del reale per la maggioranza degli esseri umani.
In termini psicologici, si tratta di un classico bias di disponibilità (availability heuristic): le persone tendono a sovrastimare la probabilità di un evento sulla base della facilità con cui riescono a richiamarne uno simile alla mente, anche se statisticamente irrilevante.
L’apparizione di un leone e, a distanza di poco tempo, quella di un coccodrillo sono eventi altamente improbabili in un contesto urbano italiano. Ma per la mente umana, ciò che è recente, vivido, emotivamente carico, appare automaticamente verosimile.
Il cervello medio non ragiona per logica bayesiana. Non pesa le probabilità. Non valuta la distribuzione statistica. Semplicemente ricorda e reagisce. In modo automatizzato.
Da un punto di vista evolutivo, questa euristica aveva una funzione: meglio sovrastimare un pericolo inesistente che ignorarne uno reale. Ma nel contesto attuale, urbano e sovrastimolato, questi automatismi producono continui errori di valutazione.
Questo meccanismo cognitivo è all’origine di molte distorsioni percettive che influenzano il giudizio umano, anche nelle decisioni quotidiane. La mente non ragiona per calcolo statistico, ma per narrazione mnemonica. E tu stesso, probabilmente, non sei immune a questi automatismi: tendi a fidarti di ciò che “suona familiare” più che di ciò che è logicamente fondato.
Comprendere queste dinamiche non è un esercizio teorico, ma una forma di potenziamento cognitivo. Significa rendersi conto che gran parte delle nostre valutazioni non sono frutto di razionalità pura, ma di euristiche adattive che, se non riconosciute, possono portare a errori sistematici.
La vicenda del “coccodrillo” di Ladispoli è un case study da manuale.
Serve a decifrare come l’essere umano pensa, reagisce. Ed è grazie a meccanismi come questo che il potere, i colossi multimiliardari, l’informazione di vertice manipolano il consenso, utilizzano narrative confezionate, fanno leva sull’emotività per prevalere sul pensiero critico.
Non puoi cambiare tutto questo. Ma puoi utilizzare la conoscenza a tuo vantaggio.
Leggi anche:
- Raoul Bova e Fabrizio Corona: un mito che crolla, un’ombra che si nutre di distruzione — cosa ci insegna questo episodio, tra effetto alone e narcisismo funzionale
- ANNA PEPE: Analisi REDPILL sulla musica di plastica della regina rap della GEN-Z
Fonti: