Senza PADRE: Il desiderio egoistico di voler diventare MADRI SINGLE con l’inseminazione artificiale

madri single

In Italia, la legge non permette alle donne single di accedere alle tecniche di procreazione assistita, quindi la soluzione per queste donne è recarsi all’estero, per poi ritornare in Italia come neo-madri, attraverso manovre burocratiche.

Fuori dai nostri confini nazionali, spesso in Spagna, alcune cliniche offrono la possibilità a donne single di diventare madri, senza necessità di un compagno.

Generalmente i trattamenti includono l’ovodonazione (donazione di ovuli) o l’embriodonazione e la fecondazione in vitro. I donatori vengono scelti dopo un processo di selezione, che include valutazioni mediche, psicologiche e genetiche. La selezione si basa sulla compatibilità fisica con la ricevente, e non è possibile scegliere il sesso o le caratteristiche fisiche del bambino. I costi variano a seconda del tipo di tecnica.

Il desiderio di alcune donne di diventare intenzionalmente madri single attraverso l’inseminazione artificiale è altamente egoistico. Tale comportamento è mosso unicamente dal bisogno personale di avere un bambino, quasi come fosse uno “human pet”. Privare di proposito un figlio della fondamentale figura paterna non è giustificabile. Il padre non rappresenta un genitore di serie “B” o una semplice figura di supporto, ma è estremamente essenziale per lo sviluppo psicologico dei figli. Numerosi studi hanno dimostrato come la presenza di un padre influenzi positivamente vari aspetti della vita di un bambino, dalla performance scolastica alla stabilità emotiva. Bisognerebbe considerare in modo prioritario l’impatto psicologico e sociale che la scelta di far crescere un figlio senza un padre può comportare.

Privare volontariamente un bambino della figura del padre è una decisione che ignora le necessità fondamentali del bambino per soddisfare un desiderio egoistico.

Si tratta di creare una famiglia monoparentale, una condizione che, in circostanze normali, è spesso il risultato di eventi tragici o difficoltà impreviste. Pertanto, a meno delle sfortunate circostanze della vita in cui una madre è costretta a crescere un figlio o una figlia da sola, un certo tipo di maternità dovrebbe essere altamente disincentivato dal punto di vista mediatico e mai promosso. Almeno questa è la mia opinione. Promuovere attivamente questa scelta come un’opzione desiderabile è sintomo della direzione in cui sta andando la nostra società iperindividualista.

Ad ogni modo, la finestra di Overton è stata ormai spalancata e potrebbe essere solo questione di tempo prima che questa pratica diventi accettabile anche qui.

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