ECHO CHAMBERS: i luoghi dove muore il Pensiero Critico

Echo chambers rappresentate visivamente da una grossa insenatura in una montagna con un uomo che vi si appresta ad entrare

Definizione

Le echo chambers, o camere dell’eco, sono ambienti in cui le informazioni, le idee o le credenze vengono amplificate o rinforzate dalla comunicazione e dalla ripetizione all’interno di un sistema definito.

Possiamo esserne “vittime” tutti quanti, ma in che modo? Ad esempio, sui social network, se interagiamo principalmente con persone che hanno opinioni simili alle nostre, corriamo il rischio di vedere la realtà solo da alcune prospettive, escludendo o minimizzando le prospettive diverse. Lo stesso può avvenire per coloro che si posizionano sul fronte opposto. Si creano fazioni convinte di possedere la voce della verità! Un po’ come varie religioni convinte che l’unico vero dio sia il loro.

Certo, è corretto sostenere con forza le proprie idee, ma allo stesso tempo è fondamentale valutare le prospettive altrui, specialmente se hanno una certa logica. Che ci piaccia o meno, non importa. Così facendo, rafforziamo il pensiero critico e sviluppiamo una comprensione più vasta e completa della realtà.

Le principali cause della nascita e sviluppo delle echo chambers sono:

1. L’algoritmo.

I social network utilizzano algoritmi sofisticati per mostrarci contenuti che ritengono saranno di nostro gradimento, basandosi su precedenti interazioni. La conseguenza? Più interagiamo con un certo tipo di contenuto, più ne vedremo di simili. Bello, eh? In realtà no, ai social interessa di farci interagire il più tempo possibile sulle loro piattaforme per profilarci per i loro inserzionisti pubblicitari.

Quale metodo migliore per un algoritmo se non quello di offrirti ciò che già apprezzi, presentandotelo come un piatto invitante, creando una “bolla di conferma” che rafforza il tuo benessere. Allo stesso modo, se tendi a criticare certi argomenti, l’algoritmo ti proporrà contenuti simili che stimolano continue interazioni; così, ti ritrovi ad alimentare il tuo disappunto e a convincerti che il problema sia più grave di quanto sia in realtà. Una sorta di “echo chamber” negativa.

2. Velocità ed engagement

Le informazioni si diffondono online a una velocità impressionante, spesso trainate dall’emotività e senza passare attraverso il filtro della contestualizzazione critica.

I social, premiando l’engagement, spingono creator e pagine informative a utilizzare contenuti divisivi, e ad alto impatto emotivo, per incrementare i propri numeri. Le opinioni ragionate e ponderate spesso vengono marginalizzate a favore di posizioni più estreme e polarizzanti. Un meccanismo che amplifica ancora di più le echo chambers, permettendo alle informazioni distorte di moltiplicarsi esponenzialmente.

3. Anonimato o semi-anonimato

Sui numerosi social network, è comune esprimere opinioni estreme senza subire ripercussioni né confrontarsi realmente. Ciò può portare alcune persone a dare sfogo al loro peggio, unendosi a individui simili che fanno da “eco” alle loro inclinazioni

Conclusione

Per questo, non dobbiamo considerare i social come mezzo di informazione principale, né affidare agli algoritmi la nostra informazione: altrimenti, possiamo essere influenzati e avere una visione distorta della realtà. L’informazione indipendente – che non significa cliccare sul primo risultato della ricerca Google – unita al pensiero critico, alla lettura, alla ricerca continua, all’introspezione, al ragionamento e alla riflessione profonda, ci consente di avere una comprensione maggiore e multiprospettica della realtà che ci circonda.

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