«Definisci Bambino»: un esempio lampante di strategia retorica fallita nel dibattito televisivo Iacchetti–Mizrahi

Definisci bambino

Settembre 2025, studio televisivo di È sempre Cartabianca. Enzo Iacchetti parla dei bambini uccisi a Gaza e mette alle strette Eyal Mizrahi, presidente dell’associazione Amici d’Israele, chiedendo: «Anche i bambini hanno i kalashnikov?». Mizrahi, invece di rispondere, sceglie una mossa retorica che spesso funziona nei dibattiti ma qui appare debole e fuori luogo: sposta il discorso sul piano semantico e pronuncia la frase destinata a diventare virale:
«Definisci bambino».

Questa tecnica, nota come “definizione restrittiva”, serve a ridurre la forza di un concetto, costringendo l’avversario a precisarlo tecnicamente. L’obiettivo è trasformare un argomento carico di pathos in una questione semantica, insinuando che la parola usata sia vaga, manipolatoria, fuori contesto.

In alcuni dibattiti funziona: quando un termine è ambiguo, l’interlocutore perde forza nel precisarlo. Ma nel caso di Gaza, dove il contesto morale è inequivocabile, il risultato è stato un clamoroso autogol. Nei video diffusi da canali indipendenti si vedono bambini piccoli massacrati e feti estratti dalle madri uccise: immagini che non lasciano spazio a equivoci.

Tentare di relativizzare questo orrore con un sofisma non ha indebolito Iacchetti, ma ha reso Mizrahi patetico e cinico. Il pubblico non ha visto rigore intellettuale, ma ipocrisia e opportunismo.

L’efficacia di una mossa retorica dipende dal contesto: in un’arena satura di dolore e prove evidenti, giocare sulla semantica è una strategia perdente. Così, una frase nata per delegittimare l’avversario si è trasformata in un simbolo di debolezza argomentativa, rafforzando la posizione di Iacchetti.

La sua rabbia non è apparsa come una perdita di controllo, ma come una reazione viscerale: un’emotività genuina esplosa di fronte a tentativi di manipolare l’ovvio. Un momento che il pubblico ha percepito come vitale e sincero, in netto contrasto con la sterilità di certa retorica.

Leggi anche

Altri articoli

Rispondi