Filippo Turetta, in carcere per l’omicidio di Giulia Cecchettin, è stato colpito con un pugno da un altro detenuto.
Questo è ciò che accade quando compi azioni scellerate: le conseguenze si pagano per tutta la vita.
la tua esistenza continua a marcire, giorno dopo giorno, dentro le mura di un carcere, in dolce compagnia di qualche psicopatico pronto a usarti come punching ball personale.
Al di là dell’atto compiuto da Turetta – spregevole e ingiustificabile – la domanda centrale resta:
Ma vale la pena distruggersi la vita solo perché si è stati lasciati da una ragazza?
La risposta è ovviamente: NO.
Se un uomo cresce privo di disciplina mentale e di autocontrollo, si ritrova incapace di affrontare uno degli eventi più comuni e inevitabili dell’esistenza maschile: il rifiuto di una ragazza.
È qui che è fondamentale avere padronanza delle proprie emozioni.
Una qualità spesso screditata dal pensiero dominante femminista e politicamente corretto, che riduce l’uomo a un essere che deve cedere senza resistenza alla propria fragilità emotiva.
Assolutamente no.
La realtà è totalmente diversa: le emozioni non sono solo piacevoli, sono anche oscure, distruttive, aggressive.
E se un uomo porta in sé – come ogni uomo porta – una componente aggressiva, deve imparare a governarla, canalizzarla positivamente. Uomini così hanno cambiato il mondo in positivo.
I nostri antenati conoscevano questa verità da millenni: intere culture si sono fondate sulla disciplina, sul controllo e sulla capacità di incanalare le pulsioni.
Persino la figura di Cristo, attraverso il Logos (Dio), incarnava l’essenza di questa padronanza interiore: dominio sulla reazione istintiva, lucidità davanti al caos.
Essere uomini non significa reprimere le emozioni, ma saperle gestire.
Significa concedersi di viverle solo quando lo si decide consapevolmente, e tornare immediatamente in controllo quando il contesto lo richiede.
Un Uomo che cede indiscriminatamente alle proprie emozioni va incontro all’autodistruzione.
È come un navigatore senza bussola, travolto da una tempesta, che spera ingenuamente di arrivare a destinazione lasciando che il vento e le onde scelgano per lui.
Leggi anche:
- Omicidio Alessandro venier: Un delitto non si attenua gettando fango sulla memoria della vittima
- Il sangue degli uomini unge le fondamenta di ogni società
- Gino Cecchettin – non ha senso attaccarlo: il problema è chi fa di lui un “profeta”