Domanda
Ciao, vorrei chiederti un consiglio.
Sono fidanzato da otto mesi con una ragazza. Sette mesi fa ho scoperto che ha un passato piuttosto difficile, da “ragazza poco di buono” per intenderci.
Mi sento in imbarazzo a stare con lei e a uscire insieme per paura di incontrare persone con cui ha avuto rapporti (non parlo di relazioni o di fidanzamenti, ma di avventure di una notte, incontri occasionali).
Inoltre mio fratello conosce chi ha organizzato la festa a cui lei partecipò e durante la quale ebbe un “incontro” con qualcuno… Lei mi ripete che in quel periodo stava malissimo: i suoi genitori si erano separati, la madre l’aveva abbandonata per tre mesi e non aveva più il sostegno dei nonni e dei parenti — tutto ciò è vero.
Tuttavia, dopo sette mesi continuo a rinfacciarle questa storia e non sto bene, perché temo che, al di là del brutto periodo, fosse lei stessa a cercare quel tipo di esperienze.
Per favore, dammi un consiglio.
Risposta
Ciao. Sette mesi è sicuramente un tempo in cui si vivono certe cose intensamente. Forse il clou dell’innamoramento.
Vivi un conflitto inevitabilmente. Però è un conflitto che non può coesistere a lungo: deve essere risolto. Al momento non è la donna che vuoi accanto; una parte di te lo urla, e più aspetti a prendere una decisione e più questo veleno ti logora pian piano.
Partiamo dal fatto che il passato suo non è un dettaglio da trascurare, perché è una parte della sua esistenza. Racconta di lei, racconta di come reagisce ai traumi, di come potrà anche reagire in futuro alle difficoltà. Non è una questione solo di curriculum. È una frattura nel tuo sistema di valori. In questo momento non riesci a vedere lei come una perla rara, degna di essere amata.
Si può andare avanti? Certo, puoi farlo però devi essere consapevole che qui o fai un taglio netto – e quindi prendi il suo passato e lo butti completamente, non ci pensi più – oppure tagli lei dalla tua vita e mandi al patibolo la relazione. Una scelta perfettamente comprensibile anche questo.
È importante che qualsiasi scelta tu faccia sia il frutto di un ragionamento ponderato, sia il frutto anche del dolore della scelta: un dolore di cui però ti fai carico, un dolore che tu sei pronto a portare con te perché è frutto di una decisione che tu credi sia ancora più grande del dolore stesso, più importante del dolore stesso, perché non stai scegliendo solo per te ora, stai scegliendo per te domani, stai scegliendo per te per sempre. Stai scegliendo coerentemente con cio che ritieni piu giusto.
E queste sensazioni sono molto più profonde e radicate di quello che uno può pensare; però ecco, bisogna scavare lì. Perché ora tutto questo ti scava dentro, ti logora, ti isola. Perché magari non puoi parlarne, non puoi sfogarti, non puoi esternare ciò che provi senza che gli altri subito ti etichettino come maschilista, superficiale o cose del genere. Semplicemente stai facendo le valutazioni in virtù di quello che tu senti di essere e di volere.
Ulteriori considerazioni
Situazioni del genere, in cui una donna porta con sé un passato difficile, segnalano spesso una forte instabilità emotiva.
Alcuni uomini scelgono di “abbracciare la croce” nel tentativo di salvare persone così, ma a volte è come cercare di tirare qualcuno fuori dall’abisso mentre quella persona, invece di farsi aiutare, ti trascina giù con sé: una sorta di psicopompo che ti fonde con l’angoscia esistenziale che porta dentro. È complesso non farsi assorbire.
Relazioni di questo tipo sono complicate. Non sempre è necessario troncare, ma per ricostruire i pezzi dell’anima di una ragazza broken devi essere estremamente strutturato psicologicamente, al punto da sostituire tutti i suoi punti di riferimento e diventare l’unico pilastro della sua vita.
Anche così, però, la relazione rischia di essere disfunzionale, perché tu diventi il suo riferimento esclusivo; può crearsi un equilibrio, ma fragile a causa della dipendenza affettiva.
Questo è particolarmente difficile tra coetanei, mentre diventa più fattibile quando c’è una differenza di età significativa: l’uomo, con maggiore esperienza e stabilità, può sostenere meglio la situazione. Se possiedi un bagaglio emotivo solido, un carattere strutturato e un “pedigree” tale da reggere il confronto con la storia della partner, allora la relazione potrebbe anche funzionare.
Diverso è il caso in cui entrambi siete poco strutturati: vi trovereste sì a vivere esperienze reali, ma manchereste della forza e delle capacità necessarie per affrontare i veri problemi di coppia, specialmente nei momenti cruciali che richiedono razionalità, strategia e pianificazione.
Non è tanto una questione di apertura sessuale o di esperienze pregresse: il vero banco di prova arriva quando entrano in gioco i fattori pratici della vita a due—e lì servono lucidità e competenze che non tutti possiedono. Per questo, prima di decidere, bisogna riflettere a fondo sulla propria solidità interiore e sulla reale capacità di gestire una simile complessità.
Inoltre segnalo — e mi è sfuggito durante la risposta — che si sta dando troppa importanza a ciò che pensano gli altri. Quando il giudizio altrui diventa prioritario e prevale sul proprio modo di pensare, ciò indica una personalità maschile non ancora pienamente strutturata, che cerca ancora punti di riferimento o conferme esterne. È un aspetto importante da considerare, perché in questo modo, anche in altri ambiti, le proprie decisioni rischiano di non passare attraverso il filtro del buon senso e del giudizio personale, diventando invece il risultato passivo di ciò che si ritiene giusto, corretto o socialmente accettabile secondo gli altri.
Molti uomini faticano a portare avanti relazioni con donne che hanno avuto un passato promiscuo: anche se non è socialmente accettato parlarne apertamente, è comunque un dato di fatto. Tuttavia, ciò che è fondamentale sottolineare è che, sebbene questa difficoltà sia una costante diffusa, non deve necessariamente influenzare il destino personale, che può essere differente e unico.
Non si tratta di relativismo fine a sé stesso: semplicemente non esiste un criterio assoluto di giusto o sbagliato. Esistono scelte individuali e le relative conseguenze, ed è soltanto in virtù di queste che posso esprimere un’opinione. La morale, infatti, è soggettiva e personale, e non posso pretendere di imporre il mio sistema di valori su una decisione che spetta esclusivamente ad altri.