La Metamorfosi di Franz Kafka: una rappresentazione della depressione maschile

La metamorfosi di Kafka

Introduzione

La metamorfosi di Kafka è un racconto che mi ha profondamente colpito. Ne ho spesso sentito parlare, in quanto è uno di quei classici moderni che vengono costantemente citati, ma non avevo ancora avuto l’opportunità di apprezzarne la qualità. Forse ho rifiutato a priori di interessarmi a questo racconto, perché, tra i banchi di scuola, certi argomenti vengono affrontati solo superficialmente, senza permettere di comprenderli appieno. Di conseguenza, il mio immaginario è stato condizionato dalla sensazione di noia che provavo tutte le mattine nel mio angoscioso istituto tecnico di periferia, al punto da non voler più approfondire ciò che viene associato al contesto scolastico. È un peccato, poiché guardare le cose senza pregiudizi, da una prospettiva nuova, ci permette di poter apprezzare opere che effettivamente sono degne di considerazione.

La metamorfosi di Franz Kafka è una di queste opere. Un racconto che esplora la discesa negli abissi della depressione dell’animo umano. Purtroppo, questa condizione viene spesso minimizzata. I moderni guru suggeriscono semplici soluzioni come “allenati, studia, fai questo, fai quell’altro”, credendo che in questo modo si possa uscire dalla depressione. Certo, di sicuro essere proattivi aiuta molto, ma se non hai visto il mostro è facile dire che non esiste. O è facile ridimensionarne la sua entità. O ridurre tutto a pochi concetti semplicistici figli della retorica alla Andrew Tate. Tuttavia, non comprendono che la depressione, quella vera, può derivare da qualcosa di più profondo, radicato ed esistenziale. Non è sempre un malessere dovuto all’insuccesso o alla solitudine. Questi ultimi possono essere solo dei fattori incidenti.

Anche il più forte dei condottieri, colui che porta sulle spalle il destino del proprio esercito, che ha spalle simili a quelle dei giganti e gambe come colonne di marmo, e che sembra poter stritolare il cielo nel palmo della mano, può ammalarsi di depressione.

Ottenere una vittoria attraverso l’osservanza di regole corrotte non denota un’accettazione implicita di tali regole, ma piuttosto una negoziazione etica che può essere assimilata a una transazione con valori moralmente discutibili. Scendere a compromessi e vendere la propria anima al diavolo può portarti ugualmente alla depressione.

Il significato della metamorfosi in insetto

Ad ogni modo, cosa racconta “La metamorfosi” di Franz Kafka? Racconta di un ragazzo, di nome Gregor, che, di punto in bianco, si sveglia una mattina e si ritrova trasformato in un insetto. Franz Kafka, nella versione originale, non specifica di che specie si tratti. Tuttavia, in base alle descrizioni che si evincono dall’opera, le sue sembianze sembrano quelle di uno scarafaggio – come riportato difatti in molte traduzioni. Un animale che suscita in noi un forte senso di repulsione, una repulsione ancestrale, antica. Pensiamo al suo ventre striato, alle macchie umidicce lasciate dalle sue secrezioni, alle zampette che scalpitano raccapriccianti, le antenne vibranti, le mascelle a forma di tenaglia e le movenze scattose. E se prendiamo questo insetto e lo ingrandiamo a scala umana, possiamo immaginare quanto una simile visione possa essere aberrante.

In questo stato mutato, la coscienza di Gregor resta quella di un essere umano. In realtà, è proprio la sua umanità che lo porta a assumere queste sembianze animalesche, in un gioco di contrapposizioni. Infatti Gregor è un ragazzo che si prende cura della propria famiglia, lavora incessantemente per loro con abnegazione, senza rimproverare nulla a nessuno.

Prende su di sé le responsabilità di tutti, omettendo di considerare il proprio stato emotivo. È sottoposto a pressioni considerevoli sia in ambito professionale che familiare, in un contesto che sembra mancare di una piena comprensione delle sue necessità.

Gregor si sente intrappolato nel suo ruolo di sostentamento della famiglia, un ruolo che lo ha privato della sua individualità e autonomia. La sua trasformazione in un insetto è un’espressione estrema di come si sente inadeguato e respinto dalla società a cui per lungo tempo è stato costretto ad uniformarsi.

Depressione maschile

La metamorfosi rappresenta uno stato di profonda depressione, una condizione che trova riflesso nella situazione di molti uomini che, sprofondati in questa oscurità, diventano apatici e si chiudono in casa, facendo fatica persino a mangiare e a lavarsi. Si può vedere un parallelo con il fenomeno moderno degli hikikomori, individui reclusi che si ritirano completamente dalla società.

C’è uno stigma forte e pervasivo nei confronti dell’uomo che perde, dell’uomo che non riesce più a inserirsi nell’enorme alveare sociale dove regna la competizione implacabile, la pressione incessante e le aspettative soverchianti;

L’uomo, che in un mondo di api operaie, affollato, frenetico, non ha spazio per momenti di pausa o riflessione può trasformarsi in qualcosa di alienante, una metamorfosi in cui perde la capacità di integrarsi nel sistema e, di conseguenza, viene emarginato e schiacciato da esso.

La perdita del suo status, o la semplice incapacità di raggiungerlo, lo portano ad un isolamento doloroso ed ad un graduale deperimento esistenziale.

Critica sociale

La metamorfosi dunque è una critica al modo in cui la società dell’epoca – e anche contemporanea a questo punto – affronta i problemi di salute mentale e il modo in cui l’uomo è spinto a conformarsi alle regole contorte e malate di un sistema fino ad alienarsi.

È un racconto che fa nascere profonde riflessioni. Possiamo provare ad immedesimarci nelle vite di coloro che soffrono in silenzio, in una lotta continua con se stessi e con una società che spesso ripudia e respinge chi patisce, soprattutto se è un uomo.

La Famiglia di Gregor

E quindi, a causa di questa sua metamorfosi, Gregor è impossibilitato ad andare al lavoro, e ciò dà origine a tutta una serie di conseguenze. Arriva il procuratore a casa sua per cercare di capire cosa sia successo. La famiglia lo intima a rispondergli, ma lui resta chiuso in camera, non volendo farsi vedere perché ha preso consapevolezza della sua condizione. Tuttavia, non si preoccupa profondamente per sé stesso, ma piuttosto per ciò che la sua trasformazione può suscitare negli altri. Ancora una volta, la sua preoccupazione si rivolge a chi gli sta attorno, quasi come se non riuscisse a comprendere appieno il proprio disagio e il suo profondo dolore.

Gregor si sente costantemente responsabile delle conseguenze che le sue azioni possono avere sugli altri, persino quando i suoi movimenti impacciati gli impediscono di muoversi come un essere umano, e teme di danneggiare la mobilia. Continua a preoccuparsi di ciò che può causare attorno a sé, e quindi limita i suoi movimenti, che di fatto sono quelli di un insetto e potrebbero essere persino più veloci e funzionali di quelli di un umano. In altre parole, Gregor limita se stesso e la sua nuova natura per non danneggiare gli altri.

A dimostrare realmente empatia nei confronti di Gregor è soprattutto la sorella Grete. Non è che l’affetto dei genitori, i coniugi Samsa, si sia affievolito, ma la sua nuova forma li spaventa o li raccapriccia troppo per prendersi cura di lui o entrare in quella stanza, che diventa di fatto la sua prigione. Grete, invece, si preoccupa inizialmente di lui a causa del profondo legame che li unisce. Ma, gradualmente, con il proseguire della storia, questo legame si va sempre più consumando e deteriorando. Nonostante inizialmente cercasse di superare il disgusto e la nausea, pian piano la sorella cede a queste sensazioni e inizia a deumanizzare Gregor sempre di più, fino ad auto-convincersi, verso la fine, che quell’essere non è neanche più suo fratello.

Il rapporto con la famiglia, quindi, è un misto di sentimenti e sensazioni ambivalenti. Comprendiamo dunque come il termine Metamorfosi non è rivolto solo a Gregor ma anche ai suoi familiari.

Gregor si sente anche in colpa del fatto che tutti sono costretti a tornare al lavoro a causa della sua nuova condizione. E quindi, proprio nel momento in cui lui, probabilmente, ha bisogno più di chiunque altro di aiuto, si sente invece un peso, quando in realtà non ha mai fatto sentire un peso agli altri nei momenti in cui necessitavano di sostegno.

All’interno del racconto ci sono delle figure emblematiche che ci aiutano a comprendere come le persone possano reagire a questa condizione. Ad esempio, c’è la figura della domestica anziana che viene ingaggiata dalla famiglia. A differenza degli altri, lei non ha paura di Gregor, ma quasi se ne prende gioco. Lo stuzzica da lontano con un bastone e, quando alla fine il protagonista muore, si preoccupa di liberarsi del corpo come se fosse un vecchio rifiuto, un qualcosa di cui sbarazzarsi come si farebbe con i residui inutili in casa. Questo ci fa comprendere come ci possa essere una parte di persone che non si spaventa della condizione depressiva; non ne è disgustata, ma addirittura la minimizza e ridicolizza. Si tratta di persone che magari non sono dotate di strumenti intellettuali per percepire il mondo in un certo modo, persone più semplici che proprio grazie alla loro semplicità sono immuni a certe malattie della coscienza. Queste richiedono talvolta una certa capacità di cogliere ciò che di marcio c’è nell’esistenza.

Verso la fine, la sorella, che ha sempre desiderato suonare in conservatorio e per la quale Gregor si era preposto l’obiettivo di pagarle gli studi, si esibisce col violino. In casa, ci sono altri tre individui, ospiti che hanno affittato una stanza dei coniugi Samsa. Questi tre uomini, barbuti e sofisticati, dapprima si interessano all’esibizione e invitano la ragazza a suonare, ma poi se ne stancano e perdono interesse. Gregor, invece, chiuso nella sua stanza, è sempre più attratto dalla musica della sorella.

Affacciandosi sempre di più per ascoltarla, Gregor si fa vedere e disgusta gli ospiti al punto che questi vogliono cessare di pagare l’affitto e minacciano persino di citare in tribunale il padre. In quel momento, nella sorella sembra scattare un click mentale. Non vuole più avere a che fare con il fratello e convince i genitori che non è più possibile prendersi cura di lui. Il tutto proprio quando il fratello nonostante la sua mutazione ha comunque fatto di tutto per ascoltare la sua musica che da sempre lo emozionava. Una commistione di sentimenti tra dolore, rassegnazione e accettazione attraversa tutta la famiglia.

Vediamo anche l’interessante reazione della madre, che sembra non volersi mai confrontantare mai direttamente con Gregor, evitando perfino di entrare nella sua stanza per risparmiarsi il dolore, mentre il padre si dimostra molto più severo e giudicante. Alla fine decidono che Gregor deve essere portato da qualche altra parte, ma si risparmiano la fatica quando, il giorno successivo, muore nella sua forma di insetto, esausto e denutrito, liberando la famiglia da un peso.

Tutti ritornano a una nuova vita, come se con la morte di Gregor fosse stata rimossa un’incombenza che gravava su di loro.

Riflessioni finali

Il racconto è pervaso da una ricchezza di simboli e allegorie che conferiscono al testo un significato più profondo. Un esempio emblematico è quando il padre, decide di lanciargli delle mele con l’intento di colpirlo. Una di queste mele si incastra nella ferita che aveva sul dorso e comincia a marcire lentamente. Questo simbolo sembra rappresentare un male che resta lì, fermo e perenne, a decomporsi. Nessuno si preoccupa di estrarre quel male dalla ferita, e invece di essere soccorso, il protagonista viene ulteriormente ferito.

In generale, i temi importanti affrontati nel racconto sono l’incomprensione, l’emarginazione e l’alienazione. Il racconto esplora il fatto che talvolta, anche all’interno della stessa famiglia, non si riesca a comprendere o a percepire ciò che un individuo sta vivendo in un determinato momento della vita. Anche nel momento in cui si lascia questo mondo, le persone attorno possono cercare di autoassolversi, tentando di trovare delle spiegazioni o degli alibi per sé stesse. Si sforzano così di riniziare la propria vita, indirizzandosi verso nuovi obiettivi e cercando di dimenticare il passato. Nonostante possano nutrire affetto e sentimenti sinceri verso chi soffre, spesso non sono in grado di connettersi veramente, specialmente quando la persona attraversa una trasformazione radicale, come accade nella metamorfosi.

Sono temi forti che ci permettono di riflettere a lungo sulla natura della sofferenza. Quando ho iniziato questo progetto, “Essere Uomo”, sono stato motivato da una serie di considerazioni, tra cui la possibilità di offrire a chi non riesce a comprendere il proprio stato d’animo delle chiavi per accedere alle parti più profonde del proprio io e trovare delle soluzioni.

Io stesso, quando ero un po’ più giovane, ho provato cosa significhi la depressione e ne sono uscito da solo. Non considero ciò un vanto, ma piuttosto una sfida che ho dovuto affrontare. So che non tutti possono farcela, e per questo motivo, considerandomi un sopravvissuto, mi impegno affinché anche altri possano superare queste difficoltà.

Riassunto

La metamorfosi di Kafka rappresenta l’alienazione, la depressione, e la sensazione di essere di troppo in una società che ha stabilito delle regole alle quali l’individuo non riesce a conformarsi. Sottoposto a enormi pressioni sociali, viene schiacciato in rapporti interpersonali soffocanti e limitanti, che possono danneggiarlo fino ad annullare le sue potenzialità latenti. Gradualmente, si trasforma nell’ombra di sé stesso, fino a ridursi a un essere disgustoso che scatena un senso di repulsione quasi ancestrale, simile a un insetto o uno scarafaggio, con un ventre umido e striato e zampe repellenti. La depressione agisce come un parassita che corrompe e avvelena l’esistenza dall’interno, e le persone che inizialmente sostengono di amarti possono iniziare a ripudiarti, non comprendendo il motivo del tuo profondo malessere.

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