Quando facevo le superiori ero ancora vergine e non ero mai uscito con una ragazza. Nemmeno un bacio, nulla di nulla. Mentre altri miei amici raccontavano allegramente le loro scopate, vere o presunte, io avvertivo un profondo senso di imbarazzo e non vedevo l’ora che togliessero l’argomento di mezzo. Ma si sa, la figa è un argomento che tira sempre. D’altronde qui su Essere Uomo c’è un’intera categoria dedicata a questa creatura, ma prima di allora le mie conoscenze in fatto di femmine erano pressoché nulle. Facevo affidamento solo sulla mia mano. Aah! Quei piaceri onanistici auto-indotti sui video a 240p… Altri tempi!
Alcuni miei compagni di classe, già a 15/16 anni, vantavano nel loro palmarès varie esperienze con le tipe. Uno di questi mostrava inorgoglito una delle sue ultime conquiste sul suo motorola razr v3 in atteggiamenti piuttosto intimi. Dovevi vederlo lui, mentre se la rideva; ti sarebbe venuta una voglia di prenderlo a schiaffi. Una faccia d’angelo da bravo ragazzo, ma già bello stronzo da trattare le ragazze come sacchi di sborra. Mi faceva imbestialire il pensiero che uno come lui scopasse, mentre io ero ancora vergine. Addirittura leggende narravano che già avesse fatto robe strane come sesso di gruppo.
Nell’istituto tecnico per geometri le femmine erano rare, esseri mitologici, e fortunatamente nella mia classe non c’erano. Ti chiedi come mai fortunatamente? Be’ perché ora conosco bene certe dinamiche… Se ci fossero state mi sarei sentito ancor di più inadeguato ed escluso — come d’altronde era già accaduto alle elementari e medie. Le donne sono progettate per sopravvivere, a qualunque costo, per questo si alleano sempre con quelli che credono essere i vincitori. Io ero dalla parte dei perdenti, dei solitari, degli emarginati; di quelli che se ne stavano nell’ombra sullo sfondo. Non ero ciò che le faceva bagnare. Una parte insospettabilmente grande di donne ama i soprusi, le violenze e le umiliazioni, se a commetterle sono gli uomini su altri uomini. Amano la prevaricazione come dimostrazione mascolina di dominanza. Un istinto primordiale al quale molte non possono sottrarsi, nemmeno le presunte brave ragazze. Altro che stereotipo della donna più buona, dolce e sensibile dell’uomo. Molti di noi, inebriati da questa immagine idealizzata della femmina, abbiamo a lungo creduto alla nobiltà intrinseca nell’animo del sesso femminile. Ma quante ragazzine sono attratte dal bulletto prevaricatore fin dalla tenera età? Non è un caso che i ragazzi intensifichino i loro atteggiamenti di scherno verso i compagni proprio in presenza di ragazze. È un modo per comunicare: “guardami femmina, sono il maschio più forte”.
Ad ogni modo, quelle rare volte che si aggirava una femmina per i corridoi scolastici, i miei compagni diventavano scimmie urlanti attratte dai feromoni della stessa. In questo desolante scenario da scuola pubblica degli anni 2000, tra muri che si sgretolano, bagni che puzzavano di erba e disperazione, perfino le professoresse erano prese in considerazione. Alcuni di questi gran troioni di mezza età lo avevano capito bene e venivano in classe con gonne, tacchi e tailleur. Come la professoressa d’italiano che si metteva vestiti semitrasparenti per stimolare le pruriginose fantasie tardo-adolescenziali dei ragazzi. Che vaccona lvl 100! A me dava l’idea di una di quelle che amava fare pissing nelle bocche dei suoi toy boys.
Era un personaggio davvero singolare la prof, quasi da commedia sexy all’italiana. A dimostrazione di ciò, ricordo un episodio accaduto il giorno di San Valentino. Quel giorno solo io e qualcun altro andammo a scuola.
“Che ci fate qui?”, esclamò con grande sorpresa, “è San Valentino, andate a scopare con le vostre ragazze”.
Ahia! La prof aveva toccato un nervo scoperto, probabilmente quando era giovane il giorno di San Valentino se ne andava in camporella a farsi sbattere dal suo ragazzo dell’epoca.
Non si rendeva conto che per noi il giorno di San Valentino era un giorno come un altro. Per noi perdenti non c’era nessuna figa ad aspettarci.
Spesso mi chiedevo quale fosse la sensazione di essere toccato da una mano femminile, e poiché la mia mente era travolta da questa tempesta testosteronica incontrollabile, che mi faceva fantasticare anche su quelle racchie delle amiche di mia madre, cercavo di proseguire con la mia vita adottando i più svariati coping per distrarmi.
Primo fra tutti: i videogiochi, quanto tempo buttato. Ore e ore di sublimazione videoludica persa davanti ad uno schermo; ma d’altronde i videogiochi sono pur sempre un tipo di masturbazione per la mente. Ricompense, obiettivi, aumento di livello, mondi che potevi dominare, nei quali potevi essere qualcuno; potevi uccidere, vincere, rimediare ai fallimenti ricominciando da capo. Insomma, dimenticavi quanto la vita ti facesse schifo fuori dalla finestra della tua lurida periferia. Ero un nerd prima ancora che essere nerd diventasse figo.
Le donne erano così lontane dal mio mondo che faticavo anche a parlare con loro, era come se tra me e il mondo femminile ci fosse una barriera. Era un pianeta alieno che non capivo.
Gli anni passavano e dovevo smarcare l’obiettivo di perdere la verginità. Era diventato un chiodo fisso. Dovevo poter raccontare a me stesso e agli altri di avercela fatta.
Conobbi una ragazza dalle fattezze neanderthaliane — probabilmente nell’albero filogenetico era uno degli ultimi esemplari sopravvissuto fin ad oggi. Segni particolari: un grosso e bubboso neo sulla guancia. Ahimé… non so con quale coraggio me la scopai.
Hai presente il primo episodio di black mirror, dove il primo ministro inglese, per una serie di circostanze, è costretto suo malgrado a fottersi una scrofa? Be’ ecco, probabilmente è andata meglio a lui che a me. Il sesso fu talmente brutto che iniziai a chiedermi se sarebbe stato sempre così.
Ero un po’ come quei sopravvissuti su una isola deserta disposto a mangiare qualsiasi cosa pur di saziarsi. La cosa cruda è che lei lo fece con me perché non aveva alternative. Potendo, avrebbe scelto altro.
Ad ogni modo, portai a termine l’obiettivo, non aveva importanza con chi. Ovviamente questo modo di vivere la mia situazione era assolutamente sbagliato. Noi uomini tendiamo a dare un significato diverso al sesso, soprattutto da giovani. Per noi è manifestazione di virilità.
Arrivati ad una certa età avvertiamo l’esigenza di fare sesso come se fosse un rito di passaggio verso la maturità. Ci sentiamo un po’ meno uomini rispetto agli altri che lo hanno già fatto. Fare sesso con le ragazze ci da validazione, conferme, nutre il nostro ego.
Non sono pochi gli uomini che anche dopo i 20/25 o addirittura 30 sono ancora vergini. Sono i cosiddetti incel. È ironico che molti credono che gli INCEL siano dei misogini odiatori di donne. Il giornalismo moderno fa grande disinformazione su questo, considerando gli incel come dei terroristi che aderiscono ad un’ideologia. In realtà un INCEL è solo un ragazzo che, pur volendo, non riesce ad avere una relazione sessuale o romantica con una ragazza, poiché non soddisfa determinati requisiti richiesti nel mercato sessuale. Che poi tra questi ci siano elementi fuori di testa antisociali, è un’altra storia.
Non c’è nulla di male se qualcuno arriva prima di noi a perdere la verginità. Non per forza dobbiamo dannarci l’anima e sentirci inferiori se siamo ancora vergini a vent’anni. Il sesso deve essere prima di tutto un piacere, non uno obiettivo da smarcare per toglierci un peso.
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Ciò che si decompone non può rigenerarsi, ma può solo rinascere, sotto altre forme.
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