Questo articolo nasce dall’esigenza di trattare la problematica della micropenia con maggiore rigore e consapevolezza nell’odierno mare di melma intellettuale. Non intendo proporre un approccio politicamente corretto in cui bisogna sempre essere seri e non ironizzare mai su nulla, incluso le dimensioni del pene. Come ben sapete, non sopporto la censura. Ciò che non tollero è la mancanza di coerenza e l’atteggiamento di alcuni professionisti o persone che si spacciano per buone e inclusive quando parlano dell’argomento. Un approccio irriverente me lo aspetto da chi tendenzialmente ha quel tipo di mentalità e, quindi, tratta ogni problematica con quel tono. Tuttavia, non accetto l’ipocrisia di chi si approccia in maniera ambivalente alla problematica solo perché riguarda gli uomini. Ad ogni modo, contrariamente da ciò che si vede spesso per il web, intendo offrire un’analisi approfondita di questa problematica maschile, esplorando le ragioni della sua scarsa considerazione e le conseguenze psichiche ad essa associate.
Perché la Micropenia è una problematica maschile poco considerata
La micropenia è una condizione anomala in cui un uomo presenta un pene in erezione di dimensioni ridotte pari o inferiori a 7 cm, ovvero circa due volte meno rispetto alla media. (qui ho scritto un articolo dettagliato sull’argomento)
La micropenia non è solo una problematica funzionale, che rende difficoltosa l’attività sessuale, ma anche psicologica. Gli uomini che ne soffrono la vivono talvolta quasi come se fosse una colpa. Stati come: ansia, depressione, insicurezza e bassa autostima sono piuttosto comuni per chi vive questa condizione. Nonostante ciò, questo problema non viene preso in considerazione e sembra molto più marginale rispetto ad altri problemi di natura sessuale, come la vulvodinia, che gode in questo momento di particolare attenzione mediatica e sensibilizzazione, a causa del ginocentrismo sempre più radicato nella nostra società. la psiche maschile, dal punto di vista sociale, non gode di molta considerazione. Le ragioni, radicate nel tessuto sociale, sono le seguenti:
Empathy gap:
La tendenza a non prendere in considerazione o a minimizzare i problemi psicologici degli uomini a causa degli standard competitivi che la società richiede loro di rispettare.
Gli uomini sono costantemente sottoposti a standard competitivi e pressioni sociali. Cosa che in una società tradizionale, con relativi ruoli di genere, non sarebbe un problema, ma in una società che si professa per la parità di genere questo atteggiamento risulta piuttosto ipocrita e crea delle discrepanze. Ad esempio, l’espressione colloquiale small dick energy, che sta ad indicare un uomo insicuro, spocchioso e arrogante, è entrato nel lessico comune negli USA, tanto che le stesse femministe, che si presuppone essere per la parità di genere e lottano per il body shaming1. la utilizzano abitualmente. Ricorderete il caso di Greta Thumberg, che per rispondere ad un post provocatorio di Andrew Tate utilizzò questa locuzione (ne ho parlato qui). Molti social justice warriors, paladini del pensiero unico, le hanno dato pure ragione, manifestando ancora una volta la loro incoerenza di pensiero e manifestando ancora una volta come un problema fisico come la micropenia sia scarsamente considerato.
L’empathy gap, dunque, può portare a una tendenza a non considerare o minimizzare i problemi psicologici degli uomini, inclusi quelli legati alla micropenia, rafforzando in questo modo il tabù intorno al problema e rendendo più difficile per gli uomini affrontare le difficoltà associate a questa condizione.
Sacrificabilità maschile:
La sacrificabilità maschile si riferisce alla percezione degli uomini come più “sacrificabili” rispetto alle donne, a causa del loro ruolo meno critico nella riproduzione. Questa visione può portare a una minore attenzione verso i problemi specifici degli uomini.
Le donne, dal punto di vista biologico, sono una risorsa fondamentale per la riproduzione della specie rispetto agli uomini; potenzialmente, un solo uomo può ingravidare un numero elevato di donne. Dunque, in antiche comunità la morte di un uomo, per guerra, caccia o malattia, non aveva un grande impatto sul numero della popolazione dei futuri membri delle comunità: in un modo o nell’altro c’era sempre la possibilità di portare avanti la specie umana attraverso la poliginia, ovvero la strategia riproduttiva in cui un uomo si accoppia con più donne.
Questa tendenza spiega come mai nelle culture umane si attribuisce ad un uomo una sacrificabilità maggiore. Come conseguenza di ciò, i problemi maschili, di natura soprattutto psico-fisica, come la micropenia, ricevono di solito meno attenzioni rispetto ai problemi femminili. Come abbiamo detto, e lo ribadiamo ancora una volta, antropologicamente si è radicata nelle società la convinzione generalizzata che le difficoltà maschili siano meno rilevanti di quelle femminili.
Aspettativa di dominanza:
Da un uomo la società si aspetta che sia dominante e le dimensioni ridotte del pene sono associate all’incapacità di esercitare potere, in quanto la componente sessuale maschile è strettamente connessa con la percezione di dominanza.
L’aspettativa di dominanza può portare a pregiudizi e stereotipi negativi riguardo agli uomini con micropenia, che vengono spesso derisi e sminuiti per la loro condizione. Un uomo consapevole di questa condizione può anche assecondare tali pregiudizi nei suoi confronti; adotta spesso un atteggiamento sottomesso, insicuro e fragile, perché ritiene, consciamente o meno, di non meritare di meglio. In questo modo, vive una condizione di sofferenza perpetua, dovuta anche alla mancanza di comprensione e supporto da parte di sé stesso e della stessa comunità maschile, che non sembra preoccuparsene. Ciò avviene perché è nella natura maschile cercare, in un modo o nell’altro, di manifestare forza e superiorità su altri uomini. Per questo motivo, molti uomini normo-dotati che non soffrono di tale condizione prendono le distanze dal problema, sia per non essere associati ad esso sia perché che perché sono i primi a farne un inutile vanto: in questo modo soddisfiamo il nostro atavico istinto di sopraffazione verso gli altri uomini
Euristica della disponibilità:
Essendo le problematiche maschili, come la micropenia, poco trattate dal punto di vista mediatico si tende a sottostimare il loro impatto psicologico sugli uomini
Il problema della micropenia è spesso sottovalutato a causa dell’euristica della disponibilità. Si tratta in pratica di un processo mentale attraverso il quale le persone giudicano la probabilità o la frequenza di un evento sulla base di quanto facilmente ne vengono in mente esempi. In altre parole, se un argomento è poco presente nei media o nelle conversazioni quotidiane, le persone tendono a ritenerlo meno comune o importante di quanto non sia in realtà.
Nel caso della micropenia, i media tradizionali potrebbero non discuterne abbastanza o potrebbero farlo solo in maniera superficiale e stereotipata. Come conseguenza di ciò, le persone sottostimano spesso l’impatto che la micropenia può avere sulla vita di chi ne è affetto, sia in termini di salute sessuale che di benessere psicologico e non sono realmente consapevoli delle difficoltà che un uomo deve affrontare, come ad esempio problemi di autostima, ansia da prestazione e difficoltà nelle relazioni interpersonali.
Per contrastare l’effetto dell’euristica della disponibilità e aumentare la consapevolezza sul problema della micropenia, i media e gli educatori sessuali dovrebbero approcciarsi diversamente al problema e affrontarlo in modo più maturo e approfondito. Invece spesso la tematica viene sempre trattata con ridolini e scherzi, anche dai cosiddetti “professionisti dell’informazione” come se fosse una cosa buffa di cui parlare. Non c’è una reale sensibilizzazione sul problema, ma solo la caccia all’ennesimo titolo clickbait che parla di lunghezza del pene.
N.B. Questi quattro elementi sono strettamente connessi l’uno con l’altro e si influenzano a vicenda.
Conseguenze psichiche
Un uomo con un pene molto al di sotto della lunghezza media può affrontare una serie di problematiche psichiche. Ad esempio, potrebbe incontrare difficoltà nel condurre una vita sessuale e sentimentale soddisfacente, poiché, anche se dovesse trovare una donna che lo ama, potrebbe continuare a sentirsi poco virile, inadeguato e manchevole nei suoi confronti. Inoltre, potrebbe sviluppare un attaccamento e una gelosia eccessiva, per paura di essere facilmente sostituito da qualcuno più dotato. L’insicurezza diventa, così, un aspetto costante con cui fare i conti nella sua vita.
Bassa autostima:
Sentirsi meno degni o meno capaci rispetto agli altri, spesso a causa della percezione negativa delle proprie dimensioni.
Ansia da prestazione:
Preoccupazione eccessiva riguardo al proprio rendimento sessuale, che può portare a difficoltà nell’avere rapporti sessuali soddisfacenti.
Depressione:
Sentimenti persistenti di tristezza, sconforto e disperazione, che possono essere aggravati dalle preoccupazioni legate alla micropenia. Pensieri persistenti e ripetitivi focalizzati sulle dimensioni del pene e sulle conseguenze percepite, che possono peggiorare l’ansia e la depressione.
Vergogna e imbarazzo:
Sentirsi umiliati o a disagio a causa delle dimensioni del pene, soprattutto in situazioni intime o in cui le dimensioni potrebbero essere rivelate.
Isolamento sociale:
Evitare interazioni sociali o situazioni in cui la propria condizione potrebbe essere esposta, portando a una vita sociale limitata. Ad esempio, rinunciare a praticare sport o partecipare a attività che richiedono di cambiarsi in spogliatoi pubblici, per timore che le dimensioni del pene vengano scoperte dagli altri.
Difficoltà nelle relazioni intime:
Problemi nel formare o mantenere relazioni sentimentali e sessuali a causa dell’insicurezza legata alla micropenia. Sentirsi insoddisfatti o a disagio con il proprio corpo a causa della micropenia, che può influenzare la fiducia in sé stessi e il modo in cui ci si presenta alle donne.
Stress e preoccupazione costante:
Sentirsi sempre preoccupati per le proprie dimensioni, il giudizio degli altri e l’impatto sulla propria vita sessuale e relazionale.
Sentimento di inadeguatezza:
La convinzione di non essere all’altezza degli standard sessuali o relazionali a causa delle dimensioni del pene.
Paura del giudizio altrui:
Timore di essere giudicati negativamente dagli altri a causa delle proprie dimensioni, soprattutto dalle donne.
Insicurezza nell’affrontare la sessualità:
Sentirsi a disagio e incerti nel vivere la propria sessualità a causa della preoccupazione per le dimensioni del pene.
Paura di essere sostituito:
Timore che la propria donna possa cercare qualcun altro con dimensioni maggiori o che possa soddisfare meglio le proprie esigenze sessuali.
Gelosia eccessiva:
Preoccupazione intensa e irrazionale che il partner possa tradire o desiderare qualcun altro con dimensioni maggiori, portando a comportamenti possessivi e problematici.
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Ciò che si decompone non può rigenerarsi, ma può solo rinascere, sotto altre forme.
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